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MONNALISA'82 di ANTONIO ROMANO

"Occhi di perla immersi nella scomposta scena tumultuosa che rappresenta il nostro tempo"(Pier Paoli) 

Tele che tralucono di variopinte polveri di polline su maree floreali in un cespuglioso intrico di fiori, gambi e petali, di corolle dipanate e germogli. 

E’ questa la istantanea sensazione che le tavole dipinte da Antonio Romano danno all’occhio attento del visitatore"   (Lucio Tufano)

"Nel caos vitale e dinamico,  nel Kronos stratificato dal colore,  come da un quinta teatrale si schiude un varco cromatico dal quale lo sguardo della Gioconda è spinto fuori, attratto a noi da un palpitante richiamo"  (Grazia Pastore)

LA MOSTRA PERMANENTE DI PITTURA
di Giuseppe De Vita


Presso il Tourist Hotel di Potenza, in una saletta adiacente al Garage dell'hotel, Antonio Romano ha allestito una Mostra Permanente di sue opere pittoriche.

Si sta dimostrando, la mostra, una vera attrazione per quei turisti che stazionano nell' Albergo del Centro di Potenza. Nei momenti di pausa che sempre si presentano nell'arco della giornata, coloro che per vari motivi, di lavoro o di svago, hanno a disposizione dei ritagli di tempo sono ben lieti di soffermarsi sulle tele di Antonio Romano. 

Tele sanguigne e ridondanti di colori esplosivi uscite dalla fervida e turbolenta fantasia del pittore autodidatta.

Non provateci ad afferrare la personalità di Antonio Romano. Sicuramente è istintuale e versatile, ricca di furori. Ci sono momenti in cui deve, come se una forza sovrumana lo sospingesse, armarsi di pennelli e barattoli di vernici e tele bianche e travasare (letteralmente) le fantasie oniriche della sua mente mediate dai gesti. Nascono, così, paesaggi sconosciuti, mai visti, mai pensati, che sembrano strappati ai sogni. Paesaggi a volte che ti incutono sgomento, paura, altri elegiaci che sembrano accarezzare quanto di più delicato c'è nel fondo della tua anima. Paesaggi che possono rappresentare boschi, rocce, pezzi di fantastiche città, luna park, fondali marini, primavere, incubi. 
Ma, attenzione, sono i boschi, le città, le rocce, i luna park di Antonio, solo di Antonio Romano. 

Puoi goderne, puoi tentare di avventurartici, ma provi fatica e stupore e, perciò, godimento, godimento puro. Quel godimento e sorpresa che solo alcuni pittori "fuaves" sanno dare.

Quello che sorprende di questo personaggio è che, in altri lassi di tempo, abbandona la pittura e si rifugia nella musica, altra sua grande passione. Ma anche in questa disciplina, niente scuola. Si è svegliato una mattina, ha comprato una di quelle moderne pianole che ti simulano anche l'accompagnamento di batteria e, immediatamente, si è messo a suonare componendo brani sorprendenti. La voce è intonata, melodiosa, potente ed i brani composti da Antonio Romano sono anche cantati da Antonio. Un personaggio che potrebbe essere oggetto di studio per la sua grande versatilità in tante discipline. 

Per questo un esempio vivente delle incommensurabili facoltà del cervello umano.

Ritornando alla sua pittura, alcune sue opere mi rimandano inevitabilmente ad un grande maestro del Novecento mondiale che è l'americano Jackson Pollock le cui tele hanno fornito informazioni preziose sul funzionamento del cervello umano e sui cervelli elettronici con i loro infiniti scambi di informazioni in frazioni infinitesime di secondo. 

Si fa bene a dire che l'arte e la scienza procedono parallelamente, come a suo tempo, alla fine del periodo impressionista, i "puntuellistes" diedero l'avvio all'intuizione scientifica che la materia tutta fosse riconducibile al mattoncino elementare che è l'atomo.

Tutte le acquisizioni scientifiche sconvolgenti del Novecento partono da quella intuizione: l'esistenza dell'atomo, un punto.

Giuseppe De Vita

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MONNALISA'82 di ANTONIO ROMANO

"Occhi di perla immersi nella scomposta scena tumultuosa che rappresenta il nostro tempo"(Pier Paoli) 

Tele che tralucono di variopinte polveri di polline su maree floreali in un cespuglioso intrico di fiori, gambi e petali, di corolle dipanate e germogli. 

E’ questa la istantanea sensazione che le tavole dipinte da Antonio Romano danno all’occhio attento del visitatore"   (Lucio Tufano)

"Nel caos vitale e dinamico,  nel Kronos stratificato dal colore,  come da un quinta teatrale si schiude un varco cromatico dal quale lo sguardo della Gioconda è spinto fuori, attratto a noi da un palpitante richiamo"  (Grazia Pastore)


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