Il progetto della mostra 13X17 è nato come reazione spontanea all’esclusione dell’Italia dall’ultima Biennale di Venezia. I curatori, allestitori e organizzatori, hanno lanciato una campagna umanitaria per curare la Biennale, malata di americanizzazione e ammorbata da lobby finanziario-culturali. Al grido di Esserci!, hanno chiamato a raccolta, attraverso un proclama diffuso con i mezzi mediatici, tutte le forze artistiche del Paese affinché portassero il loro contributo alla missione. La raccolta firme visive ha fatto il miracolo: il Padiglione Italia esponeva ottocento opere di artisti noti e sconosciuti, in giugno-luglio a Venezia, nella chiesa di San Gallo. Affollavano la chiesetta veri e propri ex-voto dalle scaramantiche misure (13X17), piccoli doni per la grazia ricevuta con tanto di Santo protettore, Philippe Daverio, che ha appoggiato il progetto sin dall’inizio.
Il risultato di questa “operazione a cuore aperto” (Daverio) è un affascinante mosaico che si arricchisce sempre di nuovi tasselli, visto che l’opera devozionale attraversa la penisola fermandosi in particolare nei luoghi ai margini del sistema dell’arte, come Potenza, ivi raccogliendo nuove testimonianze. La parte più consistente di opere è quella in cui è avvenuto quel magico incontro tra antiche tecniche e nuove idee, con materiali di ogni tipo trasfigurati al servizio di un concetto.